Secondo noi, quando una attività ha almeno un dipendente è utile che quel dipendente tenga la contabilità in proprio, cioè non faccia fare al commercialista la stessa contabilità.
Sapete qual è il rischio? Più che un rischio, una certezza? Quando è il commercialista a tenere la contabilità, la stessa viene vissuta come un costo secco senza alcun valore aggiunto. È semplicemente un obbligo amministrativo senza che porti alcun effettivo risultato.
Quando invece la contabilità è tenuta internamente, questa può diventare uno strumento di lavoro che accompagna l’imprenditore e gli dà maggiore consapevolezza dell’andamento della sua attività. Quindi, se hai almeno una persona che lavora per te, ti consigliamo di formare quest’ultima perché possa essere autonoma sulla tua contabilità.
Un esempio: immagina che tu non abbia potuto pagare un’imposta (può succedere di questi tempi, il 16 del mese, di non riuscire a pagare tutto), qual è la prassi? Chiamare il commercialista e chiedere di farti un ravvedimento operoso per effettuare il pagamento in una data successiva. Qualora in quella data non sia nemmeno possibile pagare, richiami il commercialista chiedendo cortesemente di rielaborare il modello F24 con la nuova data di pagamento. Questo andirivieni, cioè, questo ping pong tra la tua attività e quella del tuo commercialista è assolutamente inefficiente e costosa.
Ma se, ad esempio, il contabile impara ad utilizzare un software per la gestione del ravvedimento operoso, può fare tutto da solo. I codici dei tributi fondamentali non sono tantissimi. Siamo ferventi sostenitori dell’autonomia del cliente sugli aspetti più procedurali. Se hai un dipendente, formalo sulla contabilità, formalo sugli elementi base della gestione fiscale. Ne trarrai sicuramente dei vantaggi e sfrutterai il commercialista soltanto per le attività davvero a valore aggiunto.
Il nostro obiettivo è permettere ai clienti di formare le persone che lavorano per loro e permettere a ciascuno di essere autonomo.