Come sta affrontando l’Europa il tema dell’immigrazione.
In piena crisi politica, e dopo aver dovuto duramente affrontare problemi per poter formare un Governo, la Spagna cerca di spostare l’attenzione e le tensioni interne verso il problema dell’immigrazione.
Lo ha fatto, mostrando la sua disponibilità a far approdare al porto di Valencia, i migranti che si trovavano a bordo della nave Aquarius. Anche se la comunità europea, in generale, ha sottolineato questo come un gesto umanitario spagnolo, di certo, non ha spiegato chiaramente che il governo iberico lo ha fatto per una chiara manovra elettorale, tuttavia, dagli incerti esiti.
Anche se tutto ciò viene di solito obliato dalla stampa, la politica spagnola nei confronti di quella che di fatto è una crisi umanitaria, non è sicuramente così buonista. Infatti, i fari dell’informazione, ovviamente quella spagnola in primis, sono più forti nei confronti di Salvini, piuttosto che ricordare come, ad esempio, tanto a Ceuta quanto Melilla, entrambi territorio spagnolo nel nord dell’Africa, vi sia filo spianato e Guardia Civil armata 24 ore al giorno, per bloccare il flusso di migranti provenienti dal Marocco.
Quel che è certo, è che su tutto grava una assoluta confusione e una totale mancanza di una vera e propria politica europea. Infatti, a detta di Germania, Francia e altre nazioni, la questione dell’immigrazione clandestina proveniente dall’Africa è un problema che deve essere affrontato e risolto solamente dall’Italia, la quale, se ad un certo punto dice basta a tutto ciò, viene ad essere additata come cattiva e perfida. Insomma, in Europa vi sono, ancora una volta due pesi e due misure. Infatti, se è concesso al governo spagnolo di poter gestire la questione come meglio desidera e, alle volte, con metodi di certo non così umanitari, all’Italia viene ad essere negato il fatto che anche gli altri Paesi europei, debbano condividere questa crisi umanitaria. Un “gioco”, che viene perpetrato sulla pelle delle persone, sotto ogni punto di vista.
Quel che, invece, latita è che, quindi, da vita ad un assordante silenzio, è la totale e più completa mancanza dell’affrontare la questione alla radice. Infatti, al di là di uno sparuto numero di esuli da territori in guerra, fatto oramai conclamato e di cui dobbiamo prendere atto per cercare una soluzione UMANITARIA REALE, si oblia sulla questione che la maggior parte di queste persone viene in Europa per altre ragioni.
In conclusione, sarebbe proprio il caso che chi ha le leve del potere, faccia un rapido ripasso di geografia economica e scopra, quindi, che quei “poveri” provengono da paesi ricchi di materie prime e di altre fondamentali risorse e che, perciò, il problema è di quei governi africani che sono più attratti dalla corruzione piuttosto che dal bene dei propri cittadini.