In pochi conoscono i vantaggi fiscali offerti dalla Spagna per operare a Dubai negli Emirati Arabi.
Dubai: addio a Svizzera e Lussemburgo.
I grandi patrimoni hanno ormai da tempo detto addio a Svizzera e Lussemburgo. Molti italiani che non aderirono all’epoca alla voluntary disclosure, e che stanno cercando soluzioni più attuali per riposizionare i loro tesoretti, hanno deciso di migrare verso lidi più sicuri dopo l’addio di Berna al segreto bancario.
Dubai non è paradiso fiscale per il Regno di Spagna.
Da questo punto di vista non molti sono a conoscenza che Dubai è un Paradiso fiscale per l’Italia, ma non lo è per la Spagna che addirittura ha firmato con gli Emirati Arabi un trattato per evitare la doppia imposizione. L’art. 10 del Trattato in vigore tra il Regno di Spagna e gli Emirati Arabi (che include Dubai) prevede che i dividendi pagati da società con sede negli Emirati alla sua matrice spagnola potranno essere soggetti a tributazione secondo la legge interna degli Emirati, con una ritenuta massima del 5% (che in realtà nemmeno si applica), se la beneficiaria è una società che possiede direttamente almeno il 10% del capitale della società che distribuisce i dividendi. Negli altri casi la ritenuta sarà del 15%.
A volte, basta una semplice S.r.l. spagnola (e un buon consulente)…
Se a questo si aggiunge che una società in Spagna è anonima, si intuisce come molto spesso non sia necessario ricorrere a società fiduciarie, ma sia sufficiente costituire una semplice società S.r.l. in Spagna nel pieno rispetto delle norme internazionali e delle disposizioni OCSE. Purtroppo, come spesso accade in questo settore, gli “ottimizzatori fiscali” sono professionisti con un tasso di etica molto variabile, e con interessi che non sempre coincidono con le reali esigenze dei propri clienti. Risulta molto più caro, e quindi economicamente più conveniente per un consulente, far costituire un Trust in Nuova Zelanda…piuttosto che una semplice società a responsabilità limitata in Spagna.
Conclusione:
Si può lavorare perfettamente con Dubai senza dover ricorrere a strutture societarie al limite della legalità. Basta una semplice Holding in Spagna per far si che tutti i dividendi staccati dalla società di Dubai arrivino in Italia con una ritenuta di appena il 5% (che potrá essere riportato tra l’altro in Spagna come credito fiscale). Per poter applicare il trattato per evitare la doppia imposizione, la società di Dubai dovrà richiedere un certificato di residenza fiscale negli Emirates. Ci contatti, sicuramente possiamo aiutarla nell’organizzare il proprio patrimonio senza dover ricorrere a trust o a strutture fiduciarie in Paesi nel mirino dell’OCSE.