Come si svolge il distacco dei dipendenti all’estero? Linee guida, norme e differenza con la trasferta all’estero
Il distacco dei lavoratori all’estero è un fenomeno sempre più frequente, che permette il trasferimento di lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi transnazionale. Questa pratica, regolamentata a livello europeo, richiede una conoscenza approfondita delle normative per garantire una corretta gestione e tutela dei diritti dei lavoratori coinvolti.

Cos’è il distacco dei lavoratori?
Il distacco dei lavoratori all’estero consiste nell’invio temporaneo di un lavoratore da parte del suo datore di lavoro in un altro Paese dell’UE per fornire una prestazione di servizi a un’impresa ospitante.
Il lavoratore distaccato mantiene il legame con l’azienda che lo ha inviato all’estero, e continua a essere soggetto alla legislazione del paese di origine, ma può beneficiare delle condizioni di lavoro e dei diritti concessi ai lavoratori del paese ospitante.
La regolamentazione del distacco è prevista principalmente dalle Direttive 96/71/CE e 2014/67/UE, che sono state recepite dai singoli paesi dell’UE attraverso leggi speciali nazionali. Pertanto, è fondamentale consultare un avvocato locale nel paese in cui i lavoratori sono distaccati per analizzare la normativa e gli aspetti fiscali specifici.
Vediamo come funziona nello specifico il distacco transnazionale, quanto può durare e quali sono gli obblighi per le imprese ed i dipendenti.
Come funziona? Contratto di distacco all’estero
Sebbene non sia obbligatorio, è altamente raccomandabile sottoscrivere un contratto di distacco tra le parti coinvolte (datore di lavoro, lavoratore e impresa ospitante) per formalizzare l’accordo e stabilire le condizioni del distacco. In caso di ispezione del lavoro, un contratto scritto faciliterà infatti la dimostrazione dell’accordo tra le parti e l’oggetto della prestazione di servizi transnazionale.
Quali sono i requisiti per il distacco di un lavoratore all’estero?
Per il distacco di un dipendente all’estero, sono necessari i seguenti requisiti:
- Interesse del datore di lavoro distaccante;
- Temporaneità del distacco;
- Permanenza del legame organico tra il lavoratore e la distaccante.
Il datore di lavoro ha inoltre l’obbligo di informare il lavoratore sulle condizioni del distacco e di ottenere il suo consenso, se richiesto dalla legislazione del paese di origine. Il distacco è considerato illegittimo se non soddisfa questi requisiti.
Quando si applica il distacco transnazionale?
Ma quando è possibile il distacco dei lavoratori all’estero? Il distacco transnazionale si applica nei seguenti casi:
- Invio di un lavoratore a un altro paese per eseguire una prestazione lavorativa presso un terzo, pur mantenendo il rapporto di subordinazione, direzione e controllo con la società distaccante;
- Esistenza di un rapporto di lavoro tra l’azienda e il personale distaccato;
- Agenzie di somministrazione di lavoro che inviano personale all’estero.
Condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati nel Paese ospitante
Il distacco dei lavoratori all’estero è uno strumento utile per le aziende, ma nell’attuarlo è fondamentale garantire la tutela dei lavoratori, evitare la delocalizzazione e il dumping sociale, ovvero la pratica di sfruttare le normative lavorative deboli o non esistenti per produrre beni a costi molto bassi, spesso a scapito dei diritti e del benessere dei lavoratori.
La normativa stabilisce infatti chiaramente le condizioni di lavoro che devono essere garantite ai lavoratori distaccati, tra cui:
- Le norme di salute e sicurezza sul posto di lavoro
- L’uguaglianza di trattamento tra uomini e donne e altre disposizioni per prevenire la discriminazione
- I limiti massimi di orario di lavoro
- Le modalità di contrattazione lavorativa, in particolare attraverso agenzie di lavoro interinale
- L’insieme dei componenti salariali stabiliti dalla legislazione nazionale o da contratti collettivi con validità generale
- I periodo di riposo
- Le condizioni di assunzione e licenziamento
- Le indennità o il rimborso per spese di viaggio, cibo e sistemazione nel paese di destinazione durante il distacco (se è richiesto il viaggio durante il distacco)
- Le norme di lavoro per le gestanti, le neo-mamme e i giovani lavoratori (di età inferiore ai 18 anni)
Se le condizioni di lavoro nel Paese di origine sono più favorevoli, queste devono essere mantenute anche durante il distacco, garantendo così il trattamento equo dei lavoratori. Tuttavia, possono esserci eccezioni in determinate circostanze.
La necessità di controllo e verifica dell’applicazione delle condizioni lavorative minime previste per i lavoratori locali implica l’obbligo di informare lo stato ospitante sulla presenza di lavoratori stranieri sul suo territorio. In questo contesto, la comunicazione del distacco ai lavoratori rappresenta una misura di protezione fondamentale.

Qual è la durata massima del distacco?
Qual è la durata massima del distacco di un dipendente all’estero?
Il distacco dei lavoratori può durare fino a 12 mesi, con la possibilità di prorogare di altri 6 mesi. A partire dal 30 luglio 2020, la direttiva relativa al distacco dei lavoratori riveduta del 2018 riguarda i settori del distacco di lunga durata. Se la durata del distacco supera il limite stabilito, si applicano le disposizioni del diritto del lavoro dello Stato membro ospitante.
Distacco di lunga durata
Nel caso di distacco di lunga durata, ossia superiore a 12 mesi, è necessario garantire alcune condizioni aggiuntive, come visite familiari e copertura della sicurezza sociale. Ad esempio, se il tuo distacco ti porta in un altro paese dell’Unione Europea per un periodo di tempo considerevole, i tuoi familiari hanno la possibilità di unirsi a te, sfruttando i loro diritti come cittadini dell’UE, ma non in qualità di individui economicamente dipendenti da te.
Differenza tra distacco e trasferta all’estero
Sono in molti a confondere il distacco all’estero con la trasferta all’estero.
In realtà il doppio concetto di distacco/trasferta all’estero esiste solo per il diritto italiano.
In Italia, il distacco è regolamentato dalla Legge Biagi (D.Lgs. 276/03). Secondo l’art. 30 della Legge Biagi, il distacco consiste in un provvedimento organizzativo con cui il datore di lavoro mette temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di un altro soggetto per l’esecuzione di una determinata attività lavorativa.
La trasferta, invece, è un concetto più generico che può avere significati diversi a seconda del contesto. Spesso, la trasferta si riferisce a viaggi di lavoro temporanei per riunioni, progetti o incarichi in luoghi diversi dal luogo di lavoro usuale. In alcuni casi, la trasferta può anche riferirsi a un cambiamento permanente o a lungo termine del luogo di lavoro, che potrebbe comportare un nuovo contratto di lavoro e una diversa serie di diritti e benefici per il lavoratore.
In ogni caso, è importante notare che le definizioni e le regolamentazioni possono variare a seconda delle legislazioni nazionali e delle specifiche condizioni contrattuali.
In quali Paesi si può operare il distacco del personale?
Il distacco del personale può essere operato nei Paesi dell’Unione Europea, facilitando la cooperazione tra aziende e lavoratori di diversi Stati membri.
Distacco lavoratori all’estero in Paesi extra-UE
Per quanto riguarda il distacco di lavoratori in Paesi extra-UE, non coinvolti nella direttiva, le normative applicabili e le condizioni di lavoro potrebbero variare in base agli accordi bilaterali o alle leggi locali del Paese ospitante. È importante informarsi sulle specifiche normative dei Paesi extra-UE prima di procedere con il distacco.
Norme previdenziali per i dipendenti distaccati all’estero
La copertura previdenziale per i dipendenti distaccati all’estero varia in base al Paese di distacco. Il datore di lavoro deve assicurarsi che i contributi previdenziali siano versati correttamente, in conformità con le normative del Paese ospitante.
Il modulo PD A1 è un documento che attesta quale legislazione in materia di sicurezza sociale si applica al lavoratore distaccato e serve per evitare la doppia contribuzione. Nel caso di distacco in Paesi extra-UE, le norme previdenziali possono essere diverse e dipendere dagli accordi bilaterali tra i Paesi coinvolti. È importante informarsi sulle specifiche normative previdenziali, come INPS, pensioni e contributi.
Distacco dei lavoratori all’estero: aspetti fiscali
Per quanto riguarda la disciplina fiscale, se il distacco è inferiore a 143 giorni in un anno solare, il lavoratore conserva la residenza fiscale nel Paese di origine.
Se il distacco supera tale durata, il lavoratore acquisisce la residenza fiscale nel Paese ospitante, con obblighi fiscali specifici sia per l’azienda che per il lavoratore. È consigliabile consultare un consulente fiscale con esperienza specifica per gestire adeguatamente la retribuzione imponibile, la busta paga e le eventuali doppie buste paga.

Cosa deve fare un’azienda che vuole distaccare i propri lavoratori? Comunicazione distacco estero
Un’azienda che intende distaccare i propri lavoratori deve inviare una comunicazione contenente:
- L’identità del datore di lavoro e del lavoratore
- Il numero di lavoratori distaccati
- La durata del distacco
- L’indirizzo del luogo di lavoro nel Paese ospitante
- La natura del lavoro svolto
Inoltre, è importante inviare una comunicazione preventiva di distacco anche in Italia, per garantire la corretta gestione del distacco e assicurare il rispetto delle normative vigenti.
Informazioni per i lavoratori distaccati
I lavoratori distaccati dovrebbero essere a conoscenza delle seguenti informazioni:
- Non è necessario chiedere un permesso di lavoro nel Paese ospitante.
- Non è richiesta l’iscrizione presso le autorità previdenziali del Paese ospitante.
- La residenza deve essere richiesta se il distacco supera una certa durata, in base alle leggi locali del Paese ospitante.
È utile viaggiare con la tessera sanitaria europea per garantire l’accesso alle cure mediche durante il distacco.
Siti utili e sportelli
Di seguito, vi forniamo alcuni siti utili e sportelli in Europa che possono fornire informazioni e assistenza sul distacco dei lavoratori:
- Commissione Europea – Distacco dei lavoratori – questo sito offre informazioni generali sul distacco dei lavoratori nell’UE, comprese le normative e le direttive applicabili.
- EURES – Il portale europeo della mobilità professionale – EURES fornisce informazioni, consulenza e servizi di collocamento per lavoratori e datori di lavoro in tutta l’Unione europea.
- SOLVIT – Rete di assistenza per i cittadini e le imprese dell’UE – SOLVIT è una rete di assistenza gratuita che aiuta a risolvere i problemi legati al riconoscimento dei diritti dei cittadini e delle imprese nell’ambito del mercato interno.
- CLEISS – Centro di collegamento europeo e internazionale di sicurezza sociale (Francia) – Il CLEISS fornisce informazioni e assistenza sulle questioni relative alla sicurezza sociale per i lavoratori distaccati in Francia e all’estero.
- DVKA – Deutsche Verbindungsstelle Krankenversicherung Ausland (Germania) – La DVKA è l’ente tedesco che si occupa delle questioni relative alla sicurezza sociale per i lavoratori distaccati in Germania e all’estero.
- INPS – Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Italia) – L’INPS è l’ente italiano preposto alla gestione delle prestazioni previdenziali e assistenziali per i lavoratori, compresi quelli distaccati all’estero.
Per ulteriori informazioni e assistenza specifiche al Paese ospitante, si consiglia di consultare le autorità nazionali competenti o gli enti preposti alla sicurezza sociale e al lavoro.
Disciplina e Normativa per il distacco transazionale
In Europa, la disciplina e la normativa riguardanti il distacco dei lavoratori sono principalmente regolate dalle seguenti direttive e regolamenti:
- Direttiva 96/71/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 1996 relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi: questa direttiva stabilisce le condizioni di lavoro e di impiego applicabili ai lavoratori distaccati e garantisce la loro parità di trattamento con i lavoratori locali.
- Direttiva (UE) 2018/957 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 giugno 2018 che modifica la Direttiva 96/71/CE: la Direttiva 2018/957 ha introdotto modifiche alla Direttiva 96/71/CE, in particolare riguardo alle condizioni di lavoro, alle retribuzioni e alla durata del distacco.
- Regolamento (CE) n. 883/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale: questo regolamento stabilisce le norme per il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale tra gli Stati membri dell’UE, garantendo che i lavoratori distaccati continuino a beneficiare delle prestazioni previdenziali nel loro Paese di origine.
- Regolamento (CE) n. 987/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 settembre 2009 recante modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 883/2004: il Regolamento 987/2009 stabilisce le procedure dettagliate per l’applicazione del Regolamento 883/2004, comprese le modalità di emissione del modulo PD A1, che certifica l’applicazione della legislazione previdenziale del Paese di origine ai lavoratori distaccati.
Contattaci per consulenza sul distacco estero
Se hai bisogno di assistenza per il distacco dei lavoratori all’estero, non esitare a contattare lo Studio Lawants. Offriamo servizi di consulenza e possiamo aiutarti a presentare la richiesta di distacco all’estero. Affidati alla nostra esperienza per gestire al meglio il distacco dei tuoi lavoratori.