Differenza tra residenza fiscale e residenza anagrafica in Spagna

Home Articoli Differenza tra residenza fiscale e residenza anagrafica in Spagna
Differenza tra residenza fiscale e residenza anagrafica in Spagna

C’è molta confusione tra molti italiani che si trasferiscono in Spagna, i quali si trovano ad affrontare problemi di natura fiscale facilmente evitabili. Facciamo chiarezza:  

1 – Sono residente in Italia, o in Spagna?

Molti confondono la residenza anagrafica con la residenza fiscale. Mentre la prima è un concetto giuridico, ovvero è il luogo nel quale una persona vive con una certa stabilità (non perpetua, ma duratura), la seconda è un concetto fiscale che attribuisce a un determinato Stato la potestà impositiva (ovvero la possibilità di obbligare un soggetto a dichiarare ed a liquidare le imposte per tutti i redditi ovunque percepiti).

  • La residenza anagrafica è un concetto giuridico: diventi residente a Barcellona se vai in Comune e chiedi di fare l’empadronamiento. L’effetto è immediato: dalla registrazione si viene iscritti/censiti seduta stante nella banca dati del Comune.
  • La residenza fiscale ha una valenza fiscale: se l’Agenzia delle Entrate di un determinato paese, in base alle prove ed agli indizi a sua disposizione, ritiene che una persona fisica abbia trascorso almeno 183 gg. all’anno nel proprio territorio, la considera fiscalmente residente → esercita la propria potestà tributaria → la obbliga a pagare le tasse in Spagna.

 

2 – Cosa comporta il cambio di residenza ai fini fiscali?

Quando ci si trasferisce dall’Italia in Spagna si deve fare attenzione in quanto l’Italia perde il Diritto di farci pagare le tasse (in Italia), mentre la Spagna acquista tale potere (si deve necessariamente comunicare tale informazione all’autorità spagnola e quindi di essere soggetto fiscalmente residente). Da un lato c’è l’Agenzia delle Entrate italiana che improvvisamente deve rinunciare ad esigere una tassazione (e che quindi ha tutto l’interesse a dimostrare che il trasferimento non sia reale), dall’altro lato c’è l’Agenzia delle Entrate spagnola (AEAT) che non ci  conosce, ma che deve essere correttamente informata di tale trasferimento, proprio per permetterci di adempiere diligentemente ai nuovi obblighi fiscali conseguenti al trasferimento. Una persona può avere solo una residenza fiscale la quale si calcola per anno solare: uno stesso anno (per esempio il 2020) non posso essere fiscalmente residente in Italia e anche in Spagna. O sono fiscalmente residente in Spagna o in Italia, ma mai contemporaneamente in entrambe i Paesi.

  1. ESEMPIO: a febbraio 2020 decido di trasferirmi stabilmente in Spagna. Poiché l’Agenzia delle Entrate spagnola mi considererà fiscalmente residente in Spagna nel 2020, in giugno 2021 dovrò presentare – in Spagna – la dichiarazione dei redditi (ovunque percepiti). Se ho lavorato in altri Paesi nel 2020, i redditi dovranno quindi essere inclusi e dichiarati nella dichiarazione spagnola. Questo è il motivo per cui molte persone che si trasferiscono in Spagna sbagliano non comunicando nulla all’Agenzia delle Entrate italiane che continuerà a considerarli residenti in Italia, mentre, anche l’Agenzia delle Entrate spagnola farà lo stesso, creando il problema della doppia tributazione (si viene obbligati a pagare le tasse sia in Italia, sia in Spagna). Da questo punto di vista sarò il primo interessato a premunirmi di qualsiasi tipo di prova per poter dimostrare all’Agenzia delle Entrate italiane che quell’anno avrò perso la residenza fiscale italiana, avendo acquistato quella spagnola. In caso contrario, potrei trovarmi nella pericolosa situazione in cui entrambi i Paesi ritengano che una stessa persona fisica sia fiscalmente residente nel proprio paese. .
  2. ALTRO ESEMPIO: sono fiscalmente residente in Italia nel 2017, 2018, 2019… E in agosto 2020 mi trasferisco in Spagna ove inizio a lavorare; affitto una casa, ovvero mi trasferisco con una certa stabilità abbandonando l’Italia. Poiché la mia presenza in territorio spagnolo non avrà superato i 183 gg (da agosto al 31 dicembre) nel 2020 dovrò considerarmi ancora fiscalmente residente in Italia, con tutte le fiscali. In caso di apertura di P.Iva in Spagna, dovrò applicare la ritenuta del 19% prevista per i non residenti e in caso di contratto di lavoro sarà applicata dal datore di lavoro la stessa ritenuta in busta paga.

Si determinerà una situazione per cui sarò residente in Italia (residenza anagrafica) fino a luglio e residente in Spagna (residenza anagrafica) da agosto 2020. In ogni caso per tutto il 2020 sarò fiscalmente residente solo in Italia. E proprio per questo quando arriverà il momento di presentare la dichiarazione dei redditi la presenterò in Italia (non in Spagna pur avendo lavorato da agosto a dicembre).  

3 – Passi per spostare ed avere correttamente la residenza in Spagna

I – Quando ci si trasferisce in Spagna per viverci stabilmente la prima cosa da fare è registrarsi in Comune (empadronamiento), ottenere il NIE ed iscriversi all’AIRE presso il Consolato italiano.

  • l’empadronamiento in Spagna è l’iscrizione al censo anagrafico del Comune ove si risiede. I documenti da fornire sono semplici: oltre ai documenti di identità è sufficiente un documento per dimostrare di vivere nel Comune (un contratto di affitto, dichiarazione del proprietario, etc.).
  • l’empadronamiento in Spagna non determina la perdita della residenza anagrafica nel proprio Comune di origine. Il Comune spagnolo non condivide/comunica mai i propri dati censali ed anagrafici ad altri Comuni esteri. Si può perfettamente risultare iscritti nell’anagrafe del Comune di Roma ed essere empadronado nel Comune di Barcellona.
  • Per lo stesso motivo l’empadronamiento non ha alcun effetto di natura fiscale o tributaria in quanto l’Agenzia delle Entrate (AEAT) non ricevere una comunicazione dai Comuni per informare che “Tizio” si è iscritto nell’anagrafe comunale. Posso essere empadronado nel Comune di Barcellona, ma essere un perfetto sconosciuto per l’Agenzia delle Entrate.

Consigliamo di chiedere l’empadronamiento appena arrivati in Spagna in quanto vi permetterà di entrare nel censo del Comune e ottenere determinati servizi sociali, punti per graduatorie scolastiche o mense, etc.  

II – Iscrizione all’AIRE (Registro dei cittadini italiani residenti all’estero): è obbligatoria?

L’iscrizione all’AIRE (da non confondere con l’empadronamiento) è l’unico atto giuridico che comporta la cancellazione dall’anagrafe nel Comune italiano di origine, e l’iscrizione in particolari registri in base alla circoscrizione consolare di competenza all’estero.  

  • Conviene iscrivermi all’AIRE? Cosa succede se non mi iscrivo? È obbligatorio? Immagina di essere un cittadino italiano che decide di trasferirsi stabilmente in altra città italiana. Probabilmente non avresti alcun dubbio – per comodità – a “spostare” la tua residenza anagrafica per poter usufruire dei servizi Comunali della medesima città. Accade la stessa cosa quando si va all’estero. Immagina di vivere in Spagna, ma di essere – per la Repubblica italiana – ancora residente in Italia, in quanto risulti ancora iscritto in un ufficio anagrafe italiano. In caso di mancata iscrizione all’AIRE dovresti viaggiare in Italia nel tuo Comune di residenza per dichiarare all’anagrafe la nascita dei figli, il matrimonio, il rinnovo della carta di identità, il passaporto… E perfino per votare. Viceversa, essendo censito e iscritto presso l’AIRE di Barcellona, potrai intercedere tramite il Consolato senza dover viaggiare all’estero. L’AIRE serve proprio a questo: a poter usufruire di tutti i servizi anagrafici – e non solo – nella propria città di residenza, senza dover ogni volta tornare in Italia.

Ai fini fiscali, l’iscrizione all’AIRE di per sé, non è una prova dell’effettiva residenza all’estero. Ci si può iscrivere all’AIRE a Montecarlo, ma non per questo l’Agenzia delle Entrate italiana potrà considerarci fiscalmente residenti a Montecarlo. Tuttavia, soprattutto se il soggetto si è effettivamente trasferito all’estero, l’iscrizione all’AIRE costituisce un’importante prova a suo favore circa il fatto che lo stesso abbia lasciato l’Italia e non avrà più “potestà tributaria e impositiva” sui redditi dello stesso. Dal punto di vista della Agenzia delle Entrate italiane l’iscrizione all’AIRE permette di dimostrare di essersi trasferiti all’estero. Nel caso di mancata iscrizione all’Aire l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate può essere semplicemente induttivo e per presunzioni, mentre l’onere probatorio contrario spetta al contribuente. La Cassazione con costante giurisprudenza, anche a SS.UU., ha dichiarato che la mancata l’iscrizione Aire non impedisce la dimostrazione contraria, ma ha anche stabilito quali siano le prove strette da presentare. Non sono semplici, ma neanche impossibili, ma molto strette. Vincere tranquillamente contro il fisco non è semplice soprattutto quando all’Agenzia delle Entrate basta il solo accertamento induttivo. L’omessa iscrizione, anche se non comporta sanzioni, può portare conseguenze anche maggiori di una semplice sanzione monetaria. Se risulti residente in Italia ogni notifica verrà effettuata presso la tua residenza. Se per esempio ti viene notificato un qualsiasi accertamento o cartella (anche illegittimo) tu non sapendo nulla non hai modo di impugnarlo e diventa esecutivo con ogni conseguenza. Se, invece, risulti iscritto all’Aire quell’atto deve essere notificato per forza al tuo indirizzo estero e se non viene fatto la notifica diventa inesistente e l’atto non diverrà mai esecutivo con la possibilità di impugnarlo senza limiti di tempo (Per maggiori informazioni potete contattare il dott. Salvatore Tuosto del Patronato Epasa-Itaco Spagna.  

III – Chiedere e ottenere il NIE.

Il NIE non ha alcuna conseguenza dal punto di vista fiscale, né anagrafico. Poiché le autorità spagnole rilasciano il NIE verde alle sole persone “residenti” in Spagna, si è determinata la falsa convinzione che il NIE comporti la residenza in Spagna. Non è così: il NIE è un mero codice attribuito dalla Polizia ai cittadini stranieri per registrarli nel loro censo (appunto della polizia). Altro discorso è che, per ottenerlo, si deve disporre di tutta una serie di documenti che “presumono” la residenza anagrafica in Spagna (contratto di lavoro, empadronamiento, conto corrente, etc).  

RIASSUMENDO:

La residenza anagrafica è il luogo nel quale una persona vive con una certa stabilità. È un concetto giuridico in quanto si acquista la residenza anagrafica a seguito dell’iscrizione al Registro dell’anagrafe presso il Comune.

  1. Una persona può risultare iscritta in più uffici anagrafici (sia in Italia che in Spagna), ma se si iscrive all’AIRE formalmente comunica al proprio Comune di cancellare la propria residenza in Italia per trasferimento all’estero.
  2. Altro discorso è la residenza fiscale che si “acquista” quando una persona ha vissuto stabilmente in un determinato paese per più di 183 gg/anno.
  3. Posso trasferirmi in Spagna a settembre 2020,  acquistare la residenza anagrafica spagnola a settembre 2020 ed essere fiscalmente residente in Spagna solo dal 1 gennaio 2021.
  4. Il NIE non determina in alcun modo la residenza in Spagna. Non centra nulla. Il censo della polizia è indipendente dal censo anagrafico dei Comuni (empadronamiento).
0 0 votazioni
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest
0 Commenti
Feedback in linea
Vedi tutti i commenti
Open chat
Ciao, come posso aiutarti? Ricorda che possiamo comunicare con te in spagnolo e inglese se ne hai bisogno